venerdƬ 1 luglio 2022

ANTICO TESTAMENTO

 I 46 libri che compongono lā€™AT presentano una grande eterogeneitĆ  di forme e di contenuti. La loro composizione copre circa un millennio (praticamente lā€™intero millennio precedente lā€™era cristiana) e ha utilizzato tre lingue diverse: ebraico, aramaico e greco. Allā€™origine di molti di essi dobbiamo supporre tradizioni trasmesse oralmente, spesso per lungo tempo e anche con notevole fedeltĆ . Questo non impedisce che diversi libri o parti di libro abbiano potuto sorgere, fin dallā€™origine, direttamente come testi scritti.


Origine e varietĆ  degli scritti dellā€™Antico Testamento

I libri dellā€™AT adottano una grande varietĆ  di generi letterari e, allo stesso tempo, rispecchiano fedelmente la vita quotidiana dā€™Israele.
La composizione e la trasmissione orale, che stanno allā€™origine di molti scritti veterotestamentari, rivelano uno strettissimo legame con la vita del popolo, che si svolge nella famiglia (spesso allargata a schiavi e schiave), nel clan (la piĆ¹ ampia cerchia dei consanguinei), nella tribĆ¹ (raggruppamento di diversi clan) e nella comunitĆ  locale (la cittĆ ). In questi ambienti sono nate molte forme espressive, originariamente orali, di cui sono restate tracce a livello letterario: canti dā€™amore (vedi il Cantico dei Cantici), lamenti funebri (2Sam 1,17-271Re 13,30), canti di lavoro (Gdc 9,27Is 9,2), canti conviviali (Is 22,13).
Dallā€™esperienza della vita quotidiana nascono i proverbi (Qo 9,4Ger 23,28 ecc.), ma la sapienza popolare partorisce anche altre forme di detti, come enigmi e indovinelli (Gdc 14,12-181Re 10,1), detti numerici (Pr 30,15-33) ecc.
Lā€™importanza degli antenati e lā€™esigenza di mantenere vivo il loro ricordo e il legame con loro, per dare coesione alla famiglia, alla tribĆ¹, alla comunitĆ , determina il sorgere di narrazioni, tramandate di generazione in generazione, sulle gesta di quei personaggi. Simili narrazioni sono allā€™origine dei cicli letterari sui patriarchi (Gen 12ss.). Altre narrazioni sono di carattere eziologico e tendono perciĆ² a spiegare la causa di una realtĆ , di una prassi o di una istituzione. ƈ importante notare che nelle narrazioni riguardanti personaggi illustri del passato, lā€™interesse non verte su una ricostruzione esatta degli eventi e neppure su quanto di specifico e di unico un evento presenti, ma su quanto esso contenga di costante, tipico e universale.
La vita di una comunitĆ  si regge anche sullā€™amministrazione della giustizia: la sfera del diritto ĆØ lā€™ambito dove sono nate e si sono affinate le procedure giudiziarie alla cui base stanno delle leggi, che si sono sviluppate parallelamente allā€™evoluzione culturale e sociale del popolo dā€™Israele (si pensi, ad esempio, al passaggio dallo stadio nomadico a quello sedentario e ai riflessi che tale mutamento ha avuto sul piano giuridico). Presenti in buona parte dellā€™AT, particolarmente nel Pentateuco, le leggi attestano ancora una volta il legame della letteratura biblica con la vita concreta del popolo.
Una comunitĆ  trova nella religione, e dunque nel culto, un momento fondante. Le vicende storiche e lā€™evoluzione sociale del popolo dā€™Israele hanno influito profondamente sul culto: il passaggio dal culto nomadico, praticato in luoghi che mutano, al culto che si svolge in ā€œluoghi santiā€, fissi, quando il popolo si ĆØ sedentarizzato; la progressiva concentrazione e centralizzazione dellā€™attivitĆ  cultuale a Gerusalemme a discapito dei diversi santuari locali sparsi nel paese (Betel, GĆ lgala, Sichem, Mamre: vedi Am 4,4); la crisi dellā€™esilio e la ripresa del culto nellā€™epoca post-esilica con la ricostruzione del tempio ma anche con i contraccolpi innovativi che tale crisi ha avuto sul culto stesso. Nei santuari locali si conservavano e trasmettevano (oralmente) racconti riguardanti le loro origini, si celebravano feste. Anche le grandi feste di Pasqua e delle Capanne ebbero unā€™origine pastorale-agricola ed erano legate ai cicli stagionali: Pasqua a primavera, Capanne in autunno. Al grande alveo dellā€™ambito cultuale devono farsi risalire i testi legislativi cultuali, le norme rituali e le regole per lo svolgimento dei sacrifici (ad esempio Lv 1-7), i calendari delle feste (Lv 23Nm 28) e preghiere di vario tenore (si pensi ai Salmi e ai diversi generi letterari rappresentati nel Salterio).
Connessa al sorgere della monarchia davidico-salomonica ĆØ la nascita di unā€™attivitĆ  letteraria di corte che redige annali, dove si raccolgono ed esaltano le gesta dei re. Si sviluppa cosƬ unā€™attivitĆ  narrativa che racconta gli inizi e lo svolgersi delle vicende della storia monarchica: questi racconti storici costituiranno la base di partenza delle narrazioni racchiuse nei libri di 1-2 Samuele, 1-2 Re, 1-2 Cronache. Troviamo anche documentazioni di archivio, come liste relative alla suddivisione del territorio fra le diverse tribĆ¹ (vedi Gs 13-19), liste di funzionari del re (vedi 2Sam 8,15-18) e altri materiali relativi allā€™attivitĆ  amministrativa.
Allā€™ambiente di corte (oltre che allā€™ambiente popolare) ci rinvia anche in parte la letteratura sapienziale: a corte infatti si insegnava la sapienza come arte del buon governo. Probabilmente sorsero vere e proprie scuole per trasmettere lā€™educazione a chi era destinato ad incarichi politici e amministrativi (vedi il libro dei Proverbi). La crisi dellā€™esilio fece sorgere perĆ² un tipo di sapienza ā€œcontestatriceā€ che, sempre a partire dalle osservazioni di esperienza, metteva in questione alcuni assunti tradizionali (vedi Giobbe e QoĆØlet).
Un altro ambiente che ha prodotto molti testi biblici ĆØ quello profetico. La letteratura che da esso proviene ĆØ formata non soltanto da raccolte di parole e oracoli, posti sotto il nome di un particolare profeta (i cosiddetti ā€œprofeti scrittoriā€, di cui i piĆ¹ antichi sono, nellā€™ordine, Amos, Osea, Isaia e Michea, vissuti tutti nel sec. VIII), ma anche da narrazioni isolate (ad es. 1Re 22,1-28) o da veri e propri cicli narrativi, come il ciclo di Elia (1Re 17-19212Re 1) e il ciclo di Eliseo (2Re 23,4-8,159,1-1013,14-21). La parola profetica ĆØ di per sĆ© proclamata a voce, anche se ĆØ probabile che qualche capitolo di Geremia, molti di Ezechiele e forse qualche altra pagina profetica siano stati redatti per iscritto fin dall'origine. La stesura scritta della parola profetica ĆØ opera di ā€œdiscepoliā€ del profeta stesso (si pensi allā€™intervento di Baruc nei confronti della profezia di Geremia: vedi Ger 36,1ss), i quali hanno compiuto talvolta un vero e proprio lavoro di ā€œedizioneā€, come quello che ha portato a riunire nello stesso libro di Isaia i messaggi pronunciati da altri profeti in diversi contesti storici (i cc. 40-55 e i cc. 56-66 del libro). Tipica forma espressiva presente nei testi profetici ĆØ la cosiddetta ā€œformula dellā€™inviatoā€ (Ā«CosƬ dice il Signore: ā€¦Ā») che rivela la coscienza che il profeta ha della propria missione e della propria autoritĆ .
Particolarmente frequenti nella letteratura profetica sono gli oracoli (di salvezza, soprattutto in Is 40-55; di giudizio, in particolare contro popoli stranieri: Is 13-23Ger 46-51Ez 25-32) e le narrazioni di visioni (Am 7,1-98,1-39,1-4), di azioni simboliche (Ger 13,1-1132,1-15) e di vocazione (Ger 1,4ss.; Ez 1,1ss).

La formazione letteraria dellā€™Antico Testamento nel corso della storia dā€™Israele

Il vero e proprio inizio di unā€™attivitĆ  letteraria in Israele avviene al tempo della monarchia, particolarmente con il regno di Salomone. In epoca monarchica (X-VI sec. a.C.) si mettono per iscritto tradizioni storiche sulle origini dā€™Israele che entreranno poi a far parte della composizione del Pentateuco. Nel corso del VII secolo prende forma anche quella che ĆØ chiamata dagli studiosi moderni ā€œopera storica deuteronomisticaā€. Durante lā€™epoca monarchica si assiste infine alla compilazione delle piĆ¹ antiche raccolte di proverbi (Pr 10,1-22,16 risale probabilmente al tempo di Salomone) e vengono redatti i Salmi piĆ¹ antichi. In questa fase si colloca lā€™attivitĆ  profetica di Amos e Osea nel regno del Nord, di Isaia, Michea, Sofonia, Naum, Abacuc e Geremia nel regno del Sud.
Un momento cruciale della storia dā€™Israele ĆØ lā€™epoca dellā€™esilio babilonese (587-538 a.C.). La fine della monarchia, la conquista di Gerusalemme, la distruzione del tempio e la deportazione in terra straniera, costituiscono eventi catastrofici non solo sul piano militare, politico e sociale, ma anche teologico. Essi inducono a ripensare in altro modo lā€™azione di Dio nella storia e la sua alleanza con il popolo, come si constata nella redazione sacerdotale del Pentateuco, nella stesura finale dellā€™opera deuteronomistica e nelle profezie di Ezechiele e del Secondo-Isaia.
Lā€™epoca persiana (538-333 a.C.) vede il formarsi del Pentateuco nella sua redazione finale, lā€™attivitĆ  di profeti come il Terzo-Isaia, Aggeo, Zaccaria (Zc 1-8) e Malachia, la composizione di 1-2 Cronache e di Esdra-Neemia. ƈ in questo periodo che viene redatto anche il libro di Giobbe e che sono stati composti diversi Salmi.
In epoca ellenistica (333-63 a.C.) sorgono testi sapienziali come QoĆØlet, impegnato nel confronto con la cultura e la filosofia greca. A questā€™epoca risalgono anche la redazione finale del Salterio e di alcuni libri ā€œdeuterocanoniciā€ come 1-2 Maccabei, Tobia, Giuditta e Siracide. Alla metĆ  del II secolo a.C. si colloca il libro apocalittico di Daniele.
In epoca romana (63 a.C.-135 d.C.) e alle soglie del NT va datato infine il libro della Sapienza
, scritto in greco nellā€™ambiente di Alessandria dā€™Egitto e influenzato dalla filosofia ellenistica.

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