sabato 18 giugno 2022

Il

Certo che in ogni situazione c'è un modo o un sistema di agire, senza colpo ferire.
La decisione deve essere veloce.
il modo deve essere un po più cauto
il sistema è il buon senso del padre di famiglia.
ed ecco il risultato

Chi ci ha governato ha cercato di attaccare la Costituzione. Serve una svolta


Chi deve dare una svoltà? se non il cittadino che risiede in Italia.
Draghi in tutto questo cosa c'entra?
Perchè la notizia parte da Fatto Quotidiano che bisognerebbe sfiduciare il Presidente del Consiglio Draghi,
L'unica scusante che do a questo signore è che è stato messo come Presidente per un tempo limitato ed in questo tempo doveva sistemare i conti della cassa Italia, Ma non è stato possibile gli è scoppiato tra le mani il Covid, e quasi subito dopo la guerra Russia/Ucraina, e per non farci mancare nulla la siccità, l'aumenti delle varie bollette di casa o telefoni, e gli alimentari che clima si o no, guerra si o no la benzina e derivati hanno superato i 2,00€  ........ dunque Draghi comsa centra con la nostra costituzione?

io credo che propio Draghi sta avendo un comportamento non molto ortodosso nei riguardi della Russia, che sicuramente ci danneggerà, ma credo anche che Draghi con questo suo comportamente abbia voglia di andare via da Presidente del Consiglio ......... ricordiamo che Draghi è un pensionato, e che per fare quello chev sta facendo non prende un soldo di stipendio.

Dunque pripio lui non sta violando la Costituzione, ma credo l'abbiano oltraggiata gli altri.
Una domanda che farei al Fatto Quotidiano è .......... a chi metterebbe in un momemto come questo. Chi mai potrebbe "salvarci"  da queston sfacelo economico.

Sono altresì convintoi che altri della politica stanno oltraggiando la Costituzione, e nessuno fa nulla. 
In questo momento sfiducuare Draghi sarebbe un grosso sbaglio.

Nuovi tagli all'Ue, schizza il prezzo del gas. L'Italia valuta l'allarme, a giorni la decisione Il ministero della Transizione ecologica monitora i flussi, riunione in settimana

 https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/06/17/litalia-valuta-lallarme-gas-riunione-in-settimana-_f6900250-915f-451b-a0a5-3c5fb59ef34f.html
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Un nuovo e corposo taglio annunciato da Gazprom all'Eni e lo stop ai flussi via gasdotto alla Francia segnano un'altra giornata nera sul fronte energia per l'Europa.

La guerra del gas con Mosca è ormai entrata nel vivo e vede emergere via via con maggiore chiarezza la strategia del Cremlino: intrappolare il Vecchio Continente in una spirale fatta di prezzi alle stelle e approvvigionamenti sempre più a singhiozzo

Il costo del metano alla borsa di Amsterdam è balzato del 43% in una settimana, passando da 82,5 a 117,74 euro, con un picco di 134 euro al MWh registrato dopo i nuovi tagli resi noti dai russi. Il trend potrebbe peggiorare e sulla tenuta degli stoccaggi comuni in vista dell'inverno nelle capitali europee comincia a pendere un minaccioso punto interrogativo.

La giornata si è aperta con le brutte notizie per l'Italia. A fronte di una richiesta giornaliera da parte di Eni pari a circa 63 mln di metri cubi, Gazprom ha comunicato che ne fornirà solo il 50%.

Solo qualche ora dopo è stata la Francia a rendere noto di non ricevere più metano via gasdotto. Lo stop in questo caso, è la spiegazione arrivata da Berlino, non è l'effetto di una nuova decisione russa bensì della stretta di Mosca sui flussi lungo il Nord Stream 1, che porta energia in Germania.

Tagliando il gas verso i Paesi europei più orientali Mosca crea un effetto domino che si propaga quasi per l'intero continente. E anche al fornitore slovacco Spp la Russia ha comunicato che, a giorni, le consegne saranno dimezzate. Nelle cancellerie europee ormai non hanno più dubbi: quella di Mosca è una "decisione politica", come ha sottolineato il cancelliere tedesco Olaf Scholz all'indomani della stessa accusa lanciata dal premier Mario Draghi, che ha liquidato come "bugie" le motivazioni tecniche addotte da Gazprom.

Un'azione ritorsiva, insomma, anche a seguito dei sei pacchetti di sanzioni imposti da Bruxelles. "La Russia è pronta a fornire all'Europa il gas di cui ha bisogno per riempire gli stoccaggi in vista dell'inverno a patto che non ci siano ostacoli politici", è stata d'altra parte la limpida spiegazione fornita oggi dal ministro dell'Energia russo Alexander Novak in un'intervista alla tv Rossiya 24. Il problema è che, rispetto a qualche settimana fa, il ventaglio di risposte a cui può accedere l'Ue è limitato: la pistola delle sanzioni sembra alquanto scarica sia per il graduale esaurimento dei settori sanzionabili sia per l'impossibilità di un'intesa sull'embargo sul gas. Anzi, la battuta che circola in queste ore nei corridoi di Bruxelles è che all'embargo al metano russo ci stia pensando direttamente Putin.

Parallelamente, l'Ue è chiamata ad una forte accelerazione sulle piattaforme comuni d'acquisto. Al momento gli stock Ue viaggiano oltre il 50% ma, con le ultime riduzioni, il target dell'80% da raggiungere prima dell'inverno si allontana. "Non vi è alcuna indicazione di un rischio immediato di sicurezza degli approvvigionamenti", hanno assicurato dalla Commissione. E Bruxelles, nel frattempo, ha registrato il record di import di gas naturale liquefatto, con punte giornaliere di 0,54 miliardi di metri cubi. L'Italia tra i fornitori alternativi può contare sulla sponda dell'Algeria, dalla quale al momento arriva il doppio del gas rispetto alla Russia, i cui flussi si stanno avvicinando ai volumi di metano in arrivo dall'Azerbaigian. Il sistema italiano per ora regge ma il nuovo taglio inflitto da Gazprom aumenta le ombre sul futuro, nazionale ed europeo. A Bruxelles spiegano che le ritorsioni di Putin accrescono "la determinazione" a raggiungere gli obiettivi del RepowerEu.

Il piano, però, deve ancora essere approvato da Consiglio Ue e Parlamento in un momento nel quale il fronte europeo, per una decisa transizione alle rinnovabili, sta mostrando crepe e indecisioni ed è chiamato alla difficile prova del via libera alla tassonomia nei prossimi giorni. Sulla diversificazione delle forniture Ursula von der Leyen si sta muovendo con rapidità, ma l'accordo con Egitto e Israele può non bastare. E all'orizzonte resta comunque un grande rebus al meccanismo di solidarietà Ue: con quale prontezza scatterà nel caso in cui più di un Paese membro si ritrovasse a corto di energia?